Torna l’allarme aviaria: nuovi dati e numeri portano preoccupazione in tutto il mondo. Le ultime notizie e gli isolamenti.
L’influenza aviaria fa ancora parlare di sé. Questo 2025 inizia con un nuovo allarme. In pochi giorni, i numeri dei contagi sono cresciuti esponenzialmente e stanno destando preoccupazione tra gli esperti del settore sanitario.
Si parla di una malattia infettiva particolarmente contagiosa, causata da un virus influenzale di ceppo A. Colpisce uccelli selvatici e domestici e i sintomi che possono derivarne vanno da lievi e simili ad un normale malanno di stagione a più gravi, con conseguenze sugli apparati respiratorio, digerente e nervoso. Anche il tasso di mortalità legato alla malattia è molto alto e può colpire animali domestici ed esseri umani.
Allarme aviaria, settore sanitario in allerta
Negli esseri umani, i sintomi dell’aviaria possono assomigliare a quelli di un’influenza: febbre, tosse, odinofagia, dolori muscolari, congiuntivite. Non mancano casi in cui la malattia abbia comportato problemi respiratori e polmonite, arrivando ad essere letale.
Normalmente, prevale negli uccelli la forma benigna dell’aviaria e i sintomi sono per lo più silenziosi nei portatori sani o molto lievi. Nelle specie domestiche, dopo un’incubazione che va dai 3 ai 5 giorni, si possono manifestare una crescita rallentata, un calo di peso, inappetenza, depressione, problemi respiratori, diarrea, congiuntivite. La guarigione avviene dopo 7 – 10 giorni. I sintomi sono particolarmente visibili nei tacchini.
Al contrario, è più rara ma non impossibile da trovare negli uccelli selvatici la forma maligna o peste aviaria. Il primo caso fu riscontrato in Sudafrica nel 1961, che portò alla morte di 1300 sterne. In tempi più recenti, sono stati registrati casi letali nei paesi asiatici. Il più significativo avvenne nel 2005 nel lago Qinghai e causò la morte di oltre 6000 uccelli acquatici di specie diverse.
Come riconoscere l’aviaria e come combatterla
Negli uccelli domestici, un caso di aviaria nella sua forma maligna si presenta con sintomi più gravi, con addirittura la presenza di edemi facciali, emorragie cutanee, sintomi nervosi quali tremori, atassia e paresi. In 3 – 4 giorni la malattia fa il suo decorso e il tasso di mortalità è altissimo (arriva anche al 100%), soprattutto nei tacchini, la specie più suscettibile.
L’aviaria oggi si è nuovamente riposizionata al centro di un’allerta generale per il sistema sanitario. In Italia, il primo caso risultato positivo è un gatto bolognese che viveva in un allevamento di pollame a Valsamoggia. Questo contagio dimostra come la malattia possa arrivare fino all’uomo, passando per gli animali domestici con un contatto più stretto.
La maggior parte dei virus influenzali dell’aviaria è innocua per l’uomo, ma ci si può imbattere in un ceppo zoonotico che presenti delle mutazioni che fanno sì che il virus possa infettare anche l’essere umano (ecco cosa dicono gli esperti a riguardo). Parliamo comunque di casi particolarmente rari. E ricordiamo che ad oggi non esistono prove della trasmissibilità dell’influenza aviaria dall’uomo ad un altro uomo.
Allarme aviaria oggi
In ogni caso, i giornali internazionali non mancano di dare notizia di cosa stia accadendo oggigiorno. Più di due milioni di uccelli nella Miami Valley sono stati allontanati a causa dell’influenza aviaria. Dal 9 gennaio, per l’esattezza 2.952.733 esemplari sono risultati contagiati, stando ai numeri rilevati dal Dipartimento dell’Agricoltura dell’Ohio. I casi infetti hanno trovato nuova posizione nelle contee di Darke e Mercer ed includono tacchini e altre specie. Il rischio per la salute umana è stato considerato piuttosto basso.