È scoppiato un terribile focolaio in Tanzania, il virus Marburg sta contagiando gran parte della popolazione: l’allarme dell’OMS.
Lo scorso 13 gennaio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avvisato il mondo intero di un focolaio sospetto legato alla malattia da virus Marburg (MVD), abbattutosi in Tanzania, in particolare nella regione di Kagera. L’OMS ha utilizzato la piattaforma Event Information Site (EIS) per emettere un rapido avviso riguardante i rischi sanitari più urgenti.
Il risultato è giunto dopo alcune settimane di controlli nella regione di Kagera, dove diverse persone infette sono decedute a seguito di specifici sintomi. Il virus Marburg è pericolosissimo e letale nell’89% dei casi. Tra i sintomi si segnalano febbre alta, vomito, diarrea, debolezza, sanguinamento. Le autorità locali stanno segnalando tutti i soggetti infetti, per sottoporli a monitoraggio e per contenere la diffusione della malattia. Ma qual è la situazione?
Sono stati identificati e sottoposti a controlli anche i sanitari intervenuti per offrire cure negli ambulatori in Tanzania, dove sempre più persone, ogni giorno, giungono in brutte condizioni. Ora, sul territorio, sono stati inviati ricercatori e figure specializzate per investigare sul fenomeno e per gestire l’emergenza. Si sta cercando di tracciare tutti i contagiati, ma la situazione si fa sempre più critica.
È stato predisposto anche un laboratorio mobile nella regione, per poter gestire al meglio tutti i casi sospetti. Il rischio di mortalità è elevatissimo, stimato nell’89% dei casi. Tra l’altro, la regione di Kagera è un territorio di confine, e mette in comunicazione Uganda, Rwanda, Burundi e Congo, perciò favorisce una ampia diffusione del virus.
È importante tenere sotto controllo la diffusione del virus, non esponendosi a diretto contatto con gli infetti, consumando solo cibo ben cotto, non stando a contatto con animali sospetti. Tra questi, i pipistrelli sono gli animali maggiormente controllati, dato che potrebbero essere veicolo di infezione. Inoltre, le persone decedute devono essere sepolte in modo sicuro.
L’Agenzia di Sanità della Pubblica dell’Unione Africana ha diramato un comunicato ufficiale riguardante la minaccia della malattia, mobilitando un forte supporto per aiutare la Tanzania a far fronte all’emergenza. Due milioni di dollari sono stati stanziati per offrire controlli e cure alla popolazione, potenziando la gestione dei casi.
L’epidemia da Marburg era già stata segnalata lo scorso dicembre, nella vicina Ruanda, dopo la morte di 15 persone e il contagio di qualche decina di soggetti. Tuttavia, la situazione era tornata apparentemente alla normalità e il virus sembrava essere stato debellato. Il virus si è poi diffuso in Tanzania, ed è la seconda epidemia in questo paese, dopo quella avvenuta nel marzo 2023, nel distretto di Bukoba, sempre nella regione di Kagera.
Nel 2023, il virus era simile a quello dell’Ebola, trasmesso dai pipistrelli che infettavano la frutta, e da alcune scimmie, contratto tramite fluidi corporei. Per quanto riguarda il virus Marburg, non esistono vaccini, anche se sono in corso alcune sperimentazioni.
La malattia comporta un periodo di incubazione di tre giorni, per poi sfociare nell’organismo, con i sintomi già elencati, e portando alla morte nel giro di 7/10 giorni. In Europa dobbiamo preoccuparci? Fortunatamente, la diffusione del virus è molto limitata nelle regione dell’Africa centrale, e resta una malattia abbastanza rara.
Difficilmente può diffondersi nel nostro Continente, visto che per infettarsi occorre stare a contatto con soggetti, cibo o animali infetti. Tuttavia, in Germania, ad Amburgo, tempo fa è scattato l’allarme per via di un passeggero proveniente dall’Africa che presentava la sintomatologia della malattia. Il soggetto è stato isolato e curato.
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