Ha un costo impressionante ed è considerato il sangue animale più prezioso: il motivo è strettamente collegato all’uomo
Moltissime persone sono abituate a donare sangue per aiutare pazienti in cura dando il loro piccolo ma prezioso contributo. Ma anche il sangue animale rappresenta, in certi specifici casi, una importantissima forma d’aiuto: nella fattispecie ne esiste uno talmente prezioso che può arrivare a costare fino a 15mila dollari al litro.
Ad oggi è strettamente necessario per la sopravvivenza umana ma diversi esperti, negli ultimi anni, hanno iniziato a chiedersi se in futuro se ne potrà fare a meno. Anche perché prelevare sangue da queste specie comporta un netto incremento degli esemplari che, una volta rilasciati in mare, non sopravvivono. Scopriamo di cosa si tratta.
Il sangue in questione riguarda un vero e proprio fossile vivente che da tempo immemore popola i litorali marini. Le sue origini sono antichissime in quanto questo particolare abitante dei mari risale a ben 445 milioni di anni fa e anche se sono in pochi a saperlo è considerato cruciale per la sopravvivenza umana. Stiamo parlando del granchio a ferro di cavallo ed in particolare del suo sangue blu: esso infatti anziché di ferro è ricco di rame e questa caratteristica gli conferisce la specifica capacità di rilevare, con grandissima precisione, tossine batteriche. Rendendolo di fatto uno dei più preziosi elementi presenti sulla terra.
Tutto è legato a speciali cellule chiamate amebociti: esse quando entrano in contatto con i batteri danno il via ad un processo che porta alla formazione di un coagulo protettivo. Questa particolarità è stata nei decnni sfruttata dall’industria farmaceutica per andare a garantire la sicurezza dei vaccini. Ad esempio si è riusciti ad evitare il rischio di contaminazioni letali grazie al test Limulus Amebocyte Lysate (LAL) che è basato proprio sul sangue blu dei granchi a ferro di cavallo. Da qui i costi abnormi che hanno raggiunto anche i 15mila dollari al litro.
Il problema della pratica risiede nel fatto che occorre catturare i granchi per poi prelevare almeno il 30% del loro sangue prima di rilasciarli in mare: con una stima di non sopravvivenza del 10-30% dei granchi ‘sanguinati’. In tanti si augurano dunque che i progressi della scienza consentano in breve tempo di bypassare queste procedure trovando un’alternativa cruelty free.
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